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La donna d'avorio

 

Polvere di felicità dal suo sorriso,
che appassiona il cuore di chi osserva:
una luce incantevole sul tuo viso
che si espande senza nessuna riserva.

Odo di fondo un suono notturno
e sento il mio corpo sempre più leggiadro,
astratto mi appare tutto attorno,
trovandomi immerso negli sprazzi di un quadro.

Lei seduta soave sulle note,
senza nessuna flessione il pentagramma
vorrei sapere tutte le sue suonate amate
e vivere con gioia qualsiasi dilemma.

Non voglio staccarmi da questa visione
perchè sento un senso di appartenenza
nonostante l’apparire è stata come una collisione,
ma subito dopo, quasi ad averne astinenza.

Inutili parole forse sciamano sul concreto,
perché lei esiste ed è vicino:
di questa certezza mi sento più lieto,
quasi come se avessi preso uno strano anodino.

Fanno più effetto certe suggestioni
che sono come una materna carezza,
e trasformano quello che l’uomo chiama domani
in una lunga e durevole certezza.

Non ci si perde neanche nei particolari
che nell’insieme formano un armonioso consueto,
inevitabile dall’immagine viene fuori
il semplice, senza l’affanno del segreto.

Or lascio il momento scorrere
e il senno apre le porte alla prudenza,
la mia penna cade sul foglio, a latere:
resta solo un’immagine per questa esistenza.

Ma la donna d’avorio mi è seduta di fronte
ed io astante resto di lei , più immobile.
Si allunga il tempo, ed in questo durante
una grossa speranza, come il mandorlo ad aprile.

Unknown Track - Unknown Artist
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